Il benessere sul posto di lavoro potrebbe diventare presto un benefit per tutte le aziende. Perché a quanto pare non hanno molta scelta: la pandemia da coronavirus ha portato i dipendenti a vivere e lavorare con maggiori difficoltà e alcuni datori di lavoro si stanno impegnando per salvare il benessere e la salute mentale dei propri dipendenti. Come affermano diverse ricerche sul tema, molti lavoratori affermano di avere a che fare con un qualche tipo di problema di salute mentale o disturbo come ansia, stress, insonnia.
Le cause sono da ricercare nella paura di ammalarsi (propria o dei famigliari), nel timore per le nuove regole di distanziamento sociale, l’utilizzo costante delle mascherine e per il lavoro a distanza. Ci sono aziende che si stanno impegnando per il benessere degli impiegati, puntando non solo sulle lezione di yoga in sede, ma proponendo anche attività che puntano al benessere emotivo e sociale.
Ma siamo solo all’inizio di questa rivoluzione: molti HR Manager ancora non si occupano di benessere sul posto di lavoro in concreto e il 65% dei lavoratori afferma di non ricevere nessun benefit in questo senso. Ne ho parlato con Matteo Piazzi, giovane imprenditore responsabile del progetto Moonly, una startup nata nel cuore delle Dolomiti, all’indomani della tempesta Vaia, che si batte contro stress, ansia, depressione, obesità e insonnia.

Matteo Piazzi
Che cosa sta succedendo tra i lavoratori italiani?
“Ci troviamo in un momento estremamente delicato. Da una parte abbiamo i lavoratori che si sentono depressi e stressati, dall’altra abbiamo i datori di lavoro e i responsabili del personale che sono così indaffarati dalle pratiche amministrative da non avere il tempo per intervenire sul benessere aziendale. È un momento difficile, e lo stiamo notando ogni giorno.”
Come si stanno muovendo le aziende in questo senso?
Questa pandemia sta accelerando la nostra previsione sul benessere aziendale: non sono solo le aziende più grandi ad investire sul benessere aziendale, ma anche le più piccole stanno muovendo i primi passi. Le aziende stanno puntando al benessere emotivo, a quello fisico e persino a quello sociale. Ci stiamo rendendo conto che il benessere in azienda è molto più ampio della semplice lezione di yoga che alcune aziende hanno iniziato ad integrare nelle loro sedi.
La ricerca del benessere per i dipendenti potrebbe diventare un benefit permanente?
Ci sono aziende che negli ultimi anni hanno mosso i primi passi nel campo del corporate wellness offrendo massaggi in azienda, lezioni di yoga e persino meditazioni. ma questo non basta per per risolvere il calo della produttività e l’elevato turnover del personale.
Finché approcceremo il benessere aziendale con la stessa filosofia del benessere in generale non potremo mai rivoluzionare l’esperienza lavorativa in azienda. Non saranno lezioni di yoga, sessioni di meditazione, massaggi o consulenze psicologiche a risolvere il problema del burnout che sta letteralmente divorando i lavoratori.
C’è bisogno di un lavoro completo che unisca tutte le aree del benessere, comprese le soft skills tanto ricercate al giorno d’oggi. È da questa unione che possiamo rendere il mondo del lavoro più sano e più produttivo. Bisogna affrontare il benessere aziendale con il doppio dell’efficienza rispetto al classico benessere che troviamo in palestra o alle lezioni di pilates.
È giunto il momento di cambiare la cultura sul posto di lavoro?
Una cosa è certa: i dipartimenti delle risorse umane hanno sulle proprie spalle la più grande responsabilità degli ultimi anni. La ripresa dell’economia è anche nelle loro mani.