Incubi: quando i brutti sogno possono diventare un disturbo

Oggi voglio trattare una tematica particolare. Gli incubi.

Li avete mai avuti? Se capitano qualche volta, non devono destare preoccupazione. Quando invece diventano ricorrenti, è bene approfondire quale potrebbe essere la causa.

Perché tutti sogniamo, anche se sempre non ricordiamo di averlo fatto. Quello che invece di sicuro di ricordiamo è un brutto sogno.

Gli incubi possono essere causati da stati emotivi particolari vissuti nell’arco della giornata o possono essere spia di disturbi specifici, originati da traumi, periodi stressanti, privazione del sonno o abuso di alcol o particolari medicinali. Quando gli incubi sono ricorrenti, non correlati a patologie specifiche e inficiano la vita quotidiana, si parla di “disturbo da incubi”.

Vediamo nel dettaglio che cosa sono gli incubi e perché facciamo brutti sogni.

Perché sogniamo?

Sognare è un’azione normale e naturale per gli esseri umani, ma gli scienziati ancora oggi si dividono sull’utilità dei sogni. Per alcuni sono inutili, come sostenne lo psichiatra statunitense John Allan Hobson, che nel 1977 pubblicò lo studio The neurobiological origins of psychoanalytic dream theory, secondo cui le deduzioni di Freud circa i sogni erano sbagliate; per altri sono invece molto utili, come ammise lo stesso Sigmund Freud nel 1895, secondo cui i sogni rappresentano i desideri inconsci e, più recentemente, Ernest Hartmann, direttore dello “Sleep Disorders Center di Boston” la cui Teoria Contemporanea del sogno ci dice che i sogni, nel tempo, aiutano a mitigare le emozioni, soprattutto quelle conseguenti a traumi. Per Hartmann il sogno potrebbe avere quasi un’azione lenitiva delle esperienza traumatiche che viviamo nella realtà. La scienza ancora oggi si divide tra chi crede che sognare non abbia nessun significato e chi invece attribuisce ai sogni funzioni fondamentali per i nostri equilibri emotivi, mentali e fisici.

Il motivo per cui sogniamo è tutt’oggi oggetto di investigazioni.

Secondo le varie ricerche fino a oggi effettuate, i sogni agiscono su diversi livelli:

  • Sono una componente importante dei processi mnemonici, perché aiutano l’attività cerebrale nel consolidamento di quanto si è appreso nel corso della giornata;

  • Sono un’estensione della coscienza “sveglia” e riflettono l’esperienza che viviamo durante il giorno;

  • Aiutano la mente a districarsi tra pensieri difficili, emozioni ed esperienze, e a raggiungere l’equilibrio psichico ed emotivo;

  • Proteggono il cervello e lo preparano ad affrontare minacce, pericoli e sfide: vivendo ( e superando) l’incubo, l’individuo impara ad affrontare problemi e pericoli nella vita reale.

Non esiste quindi una risposta univoca e universale sul perché gli esseri umani (e non solo) sognino. I sogni aiutano a livello biologico, cognitivo e psicologico, ma i meccanismi che ne sono alla base e che li generano sono ancora avvolti, in parte, dal mistero.

Così come il sonno può essere interrotto e disturbato, possono esserlo i sogni. Quando generano ansia, terrore e angoscia, i sogni si trasformano in incubi.

Cosa sono gli incubi?

Gli incubi sono sogni che possono essere così terrificanti da interrompere il sonno. Colpiscono occasionalmente il 47% della popolazione adulta e sono ricorrenti nel 5-8% dei casi.
I bambini ne sono più colpiti, ma il fenomeno tende a decrescere con l’avanzare dell’età. Cadere nel vuoto, essere inseguiti da qualcuno di cui abbiamo paura o trovarsi in altre situazioni che generano emozioni disforiche come rabbia, ansia o disgusto può addirittura farci svegliare. Questo tipo di risveglio non va confuso con il pavor nocturnus, il terrore notturno che colpisce prevalentemente durante l’infanzia interrompendo il sonno dei bambini e causandone il risveglio. In questo risveglio, il bimbo non è pienamente cosciente, non risponde ai richiami degli adulti, ha gli occhi sbarrati, ma riesce a riaddormentarsi e in genere, il mattino dopo, non ha memoria di quanto successo. Il risveglio generato dagli incubi, invece, è diverso: si è pienamente coscienti quando ci si sveglia e si ha difficoltà a riaddormentarsi. Gli incubi, di solito, durano tra i 4 e i 15 minuti, si manifestano a notte inoltrata o prima dell’alba e i soggetti al risveglio si ricordano quanto appena sognato.

I principali segnali che ci permettono di capire se siamo di fronte a un incubo sono:

  • il sogno sembra reale ed è sconvolgente: spesso diventa più inquietante man mano che si sviluppa;

  • la trama dei sogni è generalmente correlata a minacce alla sicurezza o alla sopravvivenza, ma può avere altre tematiche inquietanti;

  • il sogno è talmente terrificante da provocare il risveglio;

  • ci si sente spaventati, ansiosi, arrabbiati

  • si suda e si possono avere le palpitazioni;

  • ci si risveglia coscienti, e si possono ricordare tutti i dettagli di quanto sognato;

  • il sogno/incubo provoca angoscia, fino a rendere difficile il riaddormentamento.

Da cosa sono causati gli incubi?

Gli incubi di solito si verificano durante la fase del sonno più profondo, caratterizzata dal movimento rapido degli occhi (Rapid Eye Movement – REM).

La causa esatta degli incubi non è nota, ma si possono identificare alcuni fattori scatenanti, tra cui:

  • stress o ansia: a volte, lo stress ordinario della vita quotidiana, oppure un grande cambiamento, come un trasloco, o ancora un evento traumatico, come la morte di una persona cara, possono causare incubi. I soggetti ansiosi sono più predisposti, in generale, a fare brutti sogni;

  • trauma: gli incubi sorgono spesso in relazione a un incidente, un infortunio, una violenza fisica o verbale o altri eventi traumatici. I brutti sogni sono comuni anche nelle persone che hanno un disturbo da stress post-traumatico (PTSD);

  • privazione del sonno: periodi di sonno e di veglia irregolari (o di insonnia) riducono la quantità e la qualità del sonno e possono aumentare il rischio di incubi;

  • farmaci: alcuni antidepressivi, o i farmaci per la pressione sanguigna, i beta-bloccanti e i farmaci usati per curare il morbo di Parkinson possono scatenare incubi perché alterano i livelli di neurotrasmettitori del sistema nervoso centrale ;

  • abuso di sostanze: l’assunzione di alcol e droghe ricreative può scatenare incubi;

  • altri disturbi: la depressione, le patologie mentali ma anche malattie come quelle cardiovascolari o il cancro possono indurre gli incubi;

  • libri e film spaventosi: per alcune persone, leggere libri o vedere film spaventosi, specialmente prima di andare a letto, può far insorgere brutti sogni.

  • Cene a base di cibi particolarmente pesanti: un pasto abbondante ricco di grassi e zuccheri, soprattutto se consumato poco prima di andare a dormire, può dare luogo a difficoltà digestive che si riflettono sulla qualità del sonno e dei sogni.

Quando l’incubo diventa un disturbo

Se sono occasionali, gli incubi non devono destare preoccupazione: come abbiamo appena visto, la visione di un film horror, un pasto particolarmente pesante e una giornata stressante possono causare sogni agitati e angoscianti, di tanto in tanto.

Quando, invece, gli incubi si manifestano con frequenza e le emozioni negative vissute durante il brutto sogno persistono anche il giorno seguente, potremmo essere di fronte al citato disturbo da incubi, in inglese nominato “Nightmare Disorder”.

Il disturbo da incubi fa parte delle parasonnie, i problemi del sonno correlati a esperienze indesiderate che si verificano durante le diverse fasi del sonno: mentre ci si addormenta, durante il sonno o al risveglio. Oltre al disturbo da incubi, fanno parte delle parasonnie il sonnambulismo, il pavor nocturnus, i crampi improvvisi alle gambe, la sindrome delle gambe senza riposo e le allucinazioni.

Il disturbo da incubi è diagnosticato in assenza di altre cause che possono generare questi sogni in modo frequente e che abbiamo già visto, tra cui l’assunzione di determinati farmaci, i disturbi da stress post-traumatico e altri disturbi psichiatrici.

Occorre inoltre distinguere gli incubi che possono generare il “Nightmare Disorder” da quelli che seguono eventi particolarmente dolorosi o traumatici: dopo la perdita di una persona cara si possono fare sogni angoscianti, ma in questo caso l’emozione prevalente è la tristezza, non la paura o l’ansia. Anche le persone che soffrono di narcolessia possono avere incubi, ma questi sono conseguenza della sonnolenza diurna.

In sintesi, solo quando le cause patologiche e farmacologiche sono escluse, e abbiamo incubi ricorrenti, possiamo parlare di “Nightmare Disorder”.

Nei casi più gravi, le persone possono addirittura temere di addormentarsi per paura di avere gli incubi, generando così un pericoloso circolo vizioso: si dorme poco per il timore di fare brutti sogni, ma la privazione di sonno è una delle cause degli incubi. Così facendo, quindi, gli incubi si manifestano con maggior frequenza proprio perché si dorme poco.

Quando il sonno è influenzato in questo modo, compaiono altri sintomi che causano una compromissione della vita quotidiana: difficoltà di concentrazione, sonnolenza diurna, umore nero, irritabilità e ansia. Per coloro che ne sono afflitti, il disturbo da incubi può sembrare un infernale giro di giostra che non si riesce a fermare.

Gli incubi sono considerati un disturbo solo se non sono correlati a patologie e se:

  • si verificano con frequenza;

  • fanno insorgere problemi di concentrazione o memoria e non si riesce a smettere di pensare a quanto sognato;

  • comportano sonnolenza diurna, affaticamento o spossatezza;

  • inficiano la produttività sul posto di lavoro e le relazioni sociali;

  • fanno insorgere la paura del buio e di andare a dormire.

Se si verificano le situazioni appena menzionate, è bene parlarne con il proprio medico di fiducia.

Il trattamento

Se siamo di fronte a incubi causati da specifiche patologie mentali (malattie psichiche o disturbi da stress post-traumatico), si può lavorare sul disagio psicologico originale: eliminandolo o attenuandolo, si possono limitare anche gli incubi correlati. In alcuni casi, si impiega una terapia cognitivo-comportamentale che ha successo nel 70% dei pazienti.

Se siamo di fronte a un disturbo da incubi, si può tentare anche l’approccio farmacologico che si rivela efficace in alcuni casi, ma che in altri può rivelarsi controproducente: alcuni farmaci utilizzati, come gli antidepressivi, hanno tra gli effetti collaterali proprio gli incubi.
Un altro approccio utile può essere la psicoterapia: una delle tecniche più efficaci per superare gli incubi si chiama terapia di ripetizione immaginativa, una delle tecniche più studiate e che ha prodotto risultati eccellenti nella gestione e trattamento degli incubi.

La terapia si basa sull’alterazione consapevole di alcuni elementi del brutto sogno: attraverso varie fasi (controllare l’incubo, visualizzare scene piacevoli, riscrivere la storia) il paziente riesce a trasformare il brutto sogno in una storia piacevole. L’idea è che, visualizzando tutti i giorni la storia modificata, questa si trasferirà anche nel sogno, sostituendo l’incubo. L’applicazione costante di questa terapia non solo porta a risolvere gradualmente gli incubi, ma migliora anche la qualità del sonno e riduce la sensazione di disagio che si portano dietro le persone che vivono le esperienze degli incubi, specialmente quelli ricorrenti.

 

Fonti:

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